Rigo 4 Obverse, giorni 12-16 Nisannu
07_diap_01
Rigo 4 Obverse per il 587bc. Come giorno secolare ho segnato l’osservazione, fin dal 2 Maggio, in quanto A. Sachs per il 568bc ipotizza un possibile «
[11] (oppure (
lu) prima del
12)» come giorno nella parte lacunosa finale precedente e iniziale della riga legandolo al giorno
12 della riga 4.
Dopo la consueta rappresentazione del coccio, col suo traslato, il suo LineArt e relativa ritraduzione, contestuale al
587bc, la prima elaborazione illustra il momento nel quale l’astronomo registrò che
Giove stava sorgendo «crescendo (
E11)» in area divina «
ME».
Al momento del completo sorgere di
Giove, il 12esimo giorno del primo mese di Nisannu (4 Maggio),
La luna, essendo tramontata da pochi minuti (circa 4 minuti), si troverebbe ancora in quella che i babilonesi chiamavano «area divina (
ME)», quando entro pochi gradi dall’orizzonte che la indentavano come «divina», si trovavano in
opposizione due astri da loro considerati delle divinità; in questo caso,
la Luna (sin) e
Giove (AN-SAG-ME-GAR).
La seconda elaborazione mostra il successivo giorno, il 13esimo (o 5 Maggio), durante il quale
Giove, appena completamente sorto a Est, è visto in formazione
DKD (abbreviazione di
DINGIR-KI-DINGIR) con la Luna che a Ovest era alta quasi 5 gradi (in ordine di altezza), mentre in conteggio «
na», più facilmente usato per la Luna con i pianeti, sono contati 24 minuti a che la Luna inizia il suo tramonto (o 6 gradi).
In tal caso, in conteggio in ordine di tempo di rotazione terrestre (1 grado ogni 4 minuti di tempo) la Luna era in
DKD con Giove con 6 gradi «
na».
Come mai, allora, l’astronomo non ne registrò la misura e non lo definì come
DKD, pur accennandolo che cresceva in «area divina (
ME E11)»?
Evidentemente, o forse, anche perché come
DKD era «altino (
6° na)» ma soprattutto perché, risparmiando sulla lunghezza della riga, preferì mettere in risalto il
DKD del giorno successivo, appunto quello del 14esimo giorno fra la
Luna e il
sole (con 4° di altezza na per la luna).
Molto probabilmente gli astronomi babilonesi, che erano pure astrologi, con il loro particolare senso religioso verso gli astri del cielo (li consideravano delle deità), nel caso del conteggio del
DKD fra il sole (
šamáš) e la Luna (
sin), forse con senso di rispetto verso di essi, ne conteggiavano il
DKD come
altezza di uno dei due astri mentre l’altro era appena sorto o che stava per iniziare il suo tramonto.
In pratica, dovevano vederne «
contemporaneamente» gli interi dischi mentre li misuravano.
Infatti, per esempio per il Sole, la sera, col suo tramonto, segnando esso la nascita
del nuovo giorno babilonese, poteva confondere il tempo nel quale era segnato l’ordine numerico, se 14esimo o 15esimo giorno del
DKD registrato, e il sole non avrebbe comunque visto o non poteva restare più «
opposto» (IGI) con Luna non essendo più integro mentre stava tramontando completamente.
Si deve quindi evincere che, almeno per i
DKD fra Sole e Luna, veniva osservata la Luna da quando essa era completamente sorta, ed era misurata
la sua altezza solo appena il sole (ora possibile da osservare senza accecarsi), stava
per iniziare il suo tramonto.
Evidentemente un servitore avvertiva chi misurava, non appena vedeva il bordo del disco solare che toccava la linea dell'orizzonte visibile dalla ziggurat di Babilonia.
Nella diapositiva/2 successiva, mostrerò sia la misura che sarebbe invece difficile da eseguire se fosse fatta misurando l’altezza del sole, e sia quella più ragionevole che risulta quando essa fosse fatta misurando l’altezza della Luna.
Nella terza «panoramica» di questa diapositiva/1 infatti, è mostrato l’inizio del fenomeno di
DKD appunto mentre la Luna era appena completamente sorta e il bordo inferiore del suo disco ancora toccava la linea dell’orizzonte visibile.
Il sole, sarebbe allora ancora abbastanza alto (5 gradi) da abbagliare chi lo osservasse direttamente per misurane una sua precisa altezza in quel preciso momento.
monseppe2
--------------------------------------------------------------
Ricercatore indipendente.
--------------------------------------------------------------
La verità viene da Geova mediante la sua parola scritta.
Per comprenderla, occorre "luce".
La luce, se illumina un solo lato, lascia zone di ombra che restano nascoste. La verità resta la stessa, ma sarà incompleta.
Solo Geova può fare "luce" su "tutti" i suoi lati della Sua Verità.
Ascoltarlo, è vitale. Cercarlo, è saggio. Amarlo, è giusto.