Rigo 03 frontale (obverse) del VAT 4956

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00venerdì 15 agosto 2014 11:06
Giorno 9 mese Nisannu 587bc e Elongazione Venere - Piccolo sole

Rigo 3 Obverse

Qui è stata aggiornata la diapositiva relativa al terzo rigo frontale del VAT 4956.

Ci sono informazioni meglio presentate relative al nono giorno di Nisannu del 587bc e dell'osservazione di Venere mentre era in fase di elongazione massima a Ovest (definita come "piccolo sole"), e altro ancora.

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00martedì 21 aprile 2015 09:55
Rigo obverse 3 diapositiva_1

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Nell’intestazione della diapositiva sono le informazioni essenziali relative alla riga Obverse 3 del VAT 4956.
Nella striscia gialla sono riferiti i tempi secolari osservati in tale riga.
Nella riga che riproduce il coccio, sono i segni cuneiformi così come furono incisi (di non facile lettura).
Sotto, è il testo «traslato», reso in vocaboli specifici per ogni segno logografico cuneiforme inciso nel coccio.
Di seguito, è la rappresentazione detta in «LineArt», che consente un più facile e preciso riconoscimento di ogni segno cuneiforme inciso nel coccio.
Infine, sotto ancora, è la traduzione del testo traslato ma nello specifico, ritradotto in revisione da me, nel contesto della diversa data di verifica che è il secolare 587bc.

Il testo che segue, spiega alcune informazioni importanti relative a come diventa talvolta diversamente interpretabile ogni riga rispetto ad altri che hanno fatto verifiche simili, specialmente quando esse siano attribuibili a una diversa stima di datazione di osservazione del reperto.
Il programma per astronomia, usato di base per tutte queste verifiche, è: «RedShift6».

A quanto mi risulta, l’algoritmo per il calcolo delle perturbazioni planetarie, soprattutto a grandi distanze di tempo, relative specialmente alla Luna come lo elabora il programma RedShift6, sembra essere il migliore fra gli altri programmi per astronomia da me testati (come TheSky6, per esempio).

Il programma RedShift6, infatti, calcola posizioni lunari perfettamente concordi con la descrizione delle osservazioni che sono poi state registrate nel diario astronomico VAT 4956 quando esso sia stimato in verifica per il secolare 587/586bc.

Pertanto, suddetto programma «RedShift6», è da me usato come programma di base.

Nelle diapositive successive sono le verifiche relative alle altre informazioni inerenti la terza riga obverse in oggetto.

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00martedì 21 aprile 2015 10:13
Rigo obverse 3 diapositiva_2

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La diapositiva illustra l’elaborato che riproduce ciò che poterono vedere e che registrarono gli astronomi babilonesi durante l’inizio della notte del NONO giorno (9) del primo mese di Nisannu del 587bc.

L’osservazione e misurazione avvenne mentre la Luna [1], alta in cielo a 74° e 30’, col suo bordo gibboso del nono giorno, toccava l’immaginaria linea che si prolunga dalla verticale 180° del SUD dell’orizzonte visibile dalla Ziggurat di Babilonia (o punto cardinale del Sud).

L’osservazione dovette tenere conto del fatto che, la Luna [1], mostrava un suo indipendente muoversi da Ovest verso Est mentre l’intera volta celeste, con le sue stelle (e con la Luna stessa) apparentemente si muovevano, per effetto ottico dato dalla rotazione terrestre, da Est verso Ovest.

L’effetto (ottico) di rimpiccolimento delle costellazioni osservate a tale altezza (ad oltre 74 gradi) in cielo, dovuto alla chiusura dell’angolo azimutale verso lo zenit, fu intelligentemente compensato da quegli antichi astronomi campionando la distanza angolare, a loro ormai ben nota, di esatti 4° sessagesimali che era fra la stella u Virginis [4] e la stella Zavijah [2] (vedi freccia rossa).

Tale campione di misura (effettuabile anche con un comune righello o nonio), fu riportato orizzontalmente a partire dal bordo Ovest del disco lunare e, per osservazione verticale dell’altro estremo del segmento misurato, fu definito che la Luna era, nella misura di un cubito (di 4 gradi) «di fronte (ina IGI)» alla stella Zavijah [2] della Vergine (vedi freccia arancio).

A conferma che usarono questo sistema di misurazione (proprio mentre la Luna toccava la verticale del SUD), fu specificato pure che in quel preciso momento, la stella della coda del Leone (Denebola [3], «UR-A (Leone al lato)» «stava, (GUB)» (essendo bilanciata in verticale, o sopra di essa) con la stella Zavijah [2].

L’espressione del logo «UR-A» non riferisce necessariamente una stella come «nome» ma suggerisce una stella in uno dei lati di confine della costellazione del Leone, Coda o zampa della figura leonina, che sia prossima alla stella o al corpo astrale in oggetto (in questo caso la stella Zavijah [2] della Vergine).
Indicare che la «coda» del Leone (Denebola) «stava (GUB)» durante tale misura, fu come fermare o fissare uno specifico momento dell’angolo di rotazione (apparente) della volta celeste proprio mentre era effettuata la misurazione.

Questo sistema di misura, è facile, veloce e preciso, come nella foto elaborata è ben illustrato.
Per inciso, se si osserva bene, la Luna al momento della misurazione, essendo sulla verticale del SUD, era pure quasi esattamente in mezzo alle due stelle Zaniah e Zavijah della testa della Vergine in pari distanza di 4 gradi o con un cubito fra una stella, la Luna e l’altra stella (le due frecce bipunta celesti)… giusto per «curiosità»; possibile «misura multipla»?…

Sempre per «curiosità» e come controverifica, nel riquadro contornato in arancio, ho messo come RedShift6 mi elabora la posizione della Luna a «pari condizioni di momento della misura» ma stimate durante il secolare 568bc.

Il cerchietto arancione indenta la posizione che nel nono giorno aveva la Luna durante il secolare 587bc.
Il cerchietto rosso, indenta la posizione che avrebbe la Luna durante l’ottavo giorno del secolare 568bc; curiosamente, (vedi freccia gialla) sarebbe comunque a 4 gradi dalla stella Zavijah.

Nel giorno segnato nel diario, il «nono», la luna era, nel 568bc, ancora una volta a 4 gradi ma dalla stella Zaniah (che non corrisponderebbe bene con i loghi «MUL GÌR ár šá» (vedi freccia gialla).

Lo spostamento incoerente della posizione lunare, a distanza di nove giorni dal «novilunio» fra le due date distanti fra loro esatti 19 anni solari, è ben evidente (vedi la posizione della luna (nel 568bc) rispetto al cerchietto arancio che la rappresenta nello stesso giorno ma durante il secolare 587bc).

Nelle due foto, è elaborato il giorno nove di Nisannu per entrambe le diverse date.
La discordanza di posizione lunare a circa metà tempo fra novilunio e plenilunio, è probabilmente data dalla posizione orbitale del satellite che è ora a circa 90 gradi rispetto al sole, risentendo in tal caso maggiormente delle varianze dei cicli di Apogeo e Perigeo e di inclinazione orbitale della luna durante i 19 anni che separano le due date, i quali non sono in sincrono con le fasi della luna a distanza di 19 anni.

Neugebauer, Sachs e Hunger, definendo come corretta la stella Zavijah quale stella registrata nel reperto con «MUL GÌR ár šá », nel 568bc ritennero opportuno considerare come un possibile errore del copista la numerazione in nono giorno, da loro appunto corretto in traduzione del testo con «ottavo giorno».

E’ altresì interessante notare come, RedShift6, nel 568bc mi elabori la Luna, sempre a 4 gradi (un cubito) da una stella della Vergine sia nell’ottavo e sia nel nono giorno (vedi le due frecce gialle (misurano 4 gradi) nella foto inserita e bordata di arancione), mentre la stella Denebola (la coda del Leone), nel 568bc, a pari ora giorno e mese lunare elaborato, diventa meno (GUB o stava) rispetto al 587bc.

Questa necessità di ipotesi di errore del copista, non si presenta quando il diario astronomico VAT 4956 sia stato stimato per la sua effettiva data di osservazione, ovvero per il secolare 587bc in occasione del trentottesimo anno del regno di Nabucodonosor II su Babilonia.

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00martedì 21 aprile 2015 10:36
Rigo obverse 3 diapositiva_3

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Questa complessa diapositiva spiega quello che per i babilonesi, i quali oltre ad essere astronomi erano spesso anche degli astrologi e comunque guidati da sentimenti religiosi, era un senso di espressioni divine evidenziate dagli astri che essi stessi stavano osservando.

La riga Obverse 3 termina con i seguenti loghi:

9 ina ŠÚ šamaš TU[R ..NIGÍN?...] (e come primo logo del rigo 4 Obverse successivo, «DIB») traducibili in:

«Giorno Nove, all’Ovest, piccolo sole (TU[R completa il giro NIGÍN]) e sorpassa o incrocia (DIB)».

L’espressione: «piccolo sole», è evidentemente riferita al molto luminoso pianeta Venere che in quel momento, essendo in sua prima apparizione e in massima elongazione, si presentava visibile anche mentre il Sole grande era in fase di tramonto e mentre anche la Luna era ancora presente, essendo già visibile in cielo.

Essendo abbagliati dalla luce del sole, il pianeta forse non sarebbe stato possibile osservarlo, mentre, coprendo con la mano la luce del sole, il pianeta era certamente visibile durante la sua prima apparizione.

Dico «certamente», per esperienza diretta; avendo io stesso osservato in un giorno invernale, a Est, la presenza di Venere (in sua massima elongazione) in cielo fino a quasi le ore nove del mattino, (sapendo e seguendo la sua posizione) ma ovviamente osservandolo da una posizione che era ben in ombra dal sole ormai già sorto da almeno un’ora.
Pertanto, l’interpretazione di «piccolo sole», che corrisponde fin troppo con precisione, la ritengo corretta.

Devo far notare che «Venere» in «Massima elongazione Ovest» proprio in quel giorno citato dal diario astronomico VAT 4956, la trovai solo perché stavo elaborando veramente il cielo che si poteva osservare proprio in quei due giorni, ottavo e nono, del primo mese Nisannu del 587bc.

Non ritengo che si possa trattare di un semplice caso fortuito in quanto, il «DIB» come primo carattere cuneiforme registrato in rigo 4 Obverse, seppure traslato come «lu (e tradotto come molto)» da Sachs per il 568bc, nel contesto osservato invece durante il 587bc si traduce anche e più correttamente come: «incrocia o sorpassa», ed è perfettamente attinente col comportamento del pianeta nei confronti della stellina k Gemini.

Pure il possibile logo [NIGÍN], che si traduce come «giro completo o intorno» ma che è solo ipotizzabile essendo in parte lacunosa, sarebbe ben compatibile con la descrizione di una massima elongazione Ovest del pianeta il quale completa il suo giro di ascesa per iniziare poi quello di discesa (perfino sorpassando la stellina k Gemini).

Questa quarta riga richiede un riepilogo anche delle righe precedenti; in pratica, con queste sole tre righe, nel 587bc, sarebbero ben identificati nella loro posizione astrale i seguenti pianeti o astri.

1
La Luna nel primo giorno di Nisannu è dietro (nel senso che tramonta dopo) la stella Aldebaran, della costellazione del Toro.

2
Sia la Luna sia il pianeta Giove (non riferito nella riga) sono misurabili essere distanti dal sole nella stessa misura di 14 gradi registrata a fine riga uno Obverse.

3
Il pianeta Marte, definibile come AN, suggerito così di proposito usando il suffisso tipico della costellazione del Toro (GU4-(AN)) è misurabile, in termini di tempo di rotazione terrestre, con 58 minuti da tramonto Luna a suo tramonto, essendo pari ai 14° e 30’ che sono compatibili con i valori riferiti nella parte lacunosa finale della riga.
Lo scriba, registrò la riga usando AN come identificativo di Marte, in quanto il solo GU4 ben identificava il «Toro» (come nel caso di SIM-MAḪ che è riferita in rigo 2 Obverse senza il MAḪ).
Diversamente, la ripetizione del suffisso AN, se inserito, sarebbe stato leggibile come «dèi» o «cieli» (GU4 AN AN) e non avrebbe fatto subito pensare a Marte.

4
Il Pianeta Saturno (in questo rigo registrato come «SAG-UŠ» e traducibile alla lettera come «inizio di misura»), era certamente seguito come oggetto d’osservazione sin dal giorno dell’eclisse totale di luna dell’otto Gennaio 587bc.
Particolarmente durante l’equinozio di primavera, che lo vedeva allineato lungo l’orizzonte visibile da Babilonia e «in opposizione (ina IGI)» alla stella Enif della costellazione dell’attuale Pegaso, o dell’antica e grande costellazione chiamata SIM-MAḪ (o Rondine) che la includeva assieme ai Pesci e a parte dell’Acquario, mai citato come tale nel reperto in oggetto.

5
La Luna, è poi nuovamente compatibile nel terzo giorno babilonese con una possibile misura di 8 gradi (2 cubiti) stando di fronte a Marte (il nome del pianeta è desunto, essendo solo ma ovviamente ipotizzabile, in parte lacunosa).
Con molta maggiore probabilità, durante suddetto terzo giorno del primo mese Nisannu del 587bc, in buona compatibilità di orario con il logo «SAG GE6», la Luna era pure a 4 gradi (un cubito) di fronte al pianeta Saturno, mentre, in misura multipla, la stessa, era a quattro gradi angolari dalla stella Alzirr dei Gemelli e pure era alta 4 gradi sopra alla stella Tejat Posterior, sempre dei Gemelli.

6
Nel NONO giorno del primo mese Nisannu, sempre la Luna, è precisamente e in modo «particolare» ben definita e registrata di fronte alla stella Zavijah della Vergine stando distante 4 gradi (un cubito) da essa.
La misura, seppure effettuata mentre la Luna era alta oltre 70 gradi, fu precisa essendo stata campionabile con la distanza angolare nota che era fra la stellina u Virginis e la stessa Zavijah della Vergine.

7
In rigo terzo Obverse, è poi identificata l’osservazione del pianeta Venere nella sua prima apparizione mentre esso ha raggiunto la sua massima elongazione Ovest sorpassando (DIB), fra il giorno ottavo e il nono, la stella k Gemini.

8
Lo stesso pianeta (Venere), è osservato e descritto come un «piccolo sole» durante la sua prima apparizione osservata durante la fine del nono giorno Babilonese (poco prima del completo tramonto del sole).

Scusate se è poco.

Per me, già queste corrispondenze sono sufficienti a definire con grande certezza che il diario astronomico VAT 4956 sia stato osservato e registrato durante il secolare 587bc, in occasione del trentottesimo anno del regno di Nabucodonosor II.

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