La conferma dei
tre cubiti e mezzo uguali a 14 gradi sessagesimali, è data dalla doppia possibile misura (
multipla anche in questo caso) della distanza che è fra le stelle de Capricorno relative alla sua
Testa (e
corna) e quelle relative alle sue ginocchia.
Sia da
Secunda Giedi [1] alla
ψ Psi Cap. [4] e sia da
Dabih [3] alla
ω Omega Cap [5], (entrambe «
dietro» alla
testa del Capricorno) si misurano gli stessi
14 gradi interstellari corrispondenti a 4 per 3 cubiti = 12° più 2° gradi del mezzo cubito,
uguale a 14 gradi.
Sempre parlando di
misure multiple, un’altra stellina che poteva (per la sua posizione) dividere in due il Capricorno, è la
23 o Theta θ Cap, la quale, in quel momento, alle ore 03.29, era
similmente misurabile a 14 gradi angolari dalla Luna.
Il giorno precedente, la Luna era all’altezza di Albaldah del Sagittario, e pertanto è corretto considerarla entrata (
e) in Capricorno nel 23esimo giorno.
Dietro alla testa del Capricorno, a distanza di sette gradi (o 3 cubiti e mezzo per due gradi ogni cubito) nel 567bc, nessuna stellina è stimabile con buona precisione a tale distanza angolare.
Un’altra stellina, che
potrebbe essere identificata come capace di dividere in due il Capricorno, è la
θ Theta Cap la quale si trova
fra la testa e la coda della costellazione ma essa è misurabile a circa
10 gradi ( e
non a
sette gradi) sotto le stelle della testa del Capro e pertanto
non è idonea per confermare un cubito di
due soli gradi secondo quanto è registrato nella riga.
Nel 567bc, seppure Sachs ipotizza che in lacuna possa essere stato registrato
Marte; il pianeta però, era allora vicino
alla coda della costellazione e non è pertanto riferibile
alla testa, mentre il logo
SUḪUR specificato nel rigo si traduce più specificamente come «
chioma» o «
Testa», essendo più riferibile alla stella
Dabih.
Sempre nel 567bc, potrebbe trarre in inganno la misura con la quale a sette gradi davanti Marte risulta la stellina
Iota (32) Cap. mentre il pianeta «
sembrerebbe» bilanciato con la stella
Deneb Algedi.
Il testo, però, specificherebbe: (
Marte, in questo caso solo riferibile a «
sorge») «entra (
e)» avendo (
dietro) e non «
davanti» ad esso la stellina (
Iota Cap) che: «7 gradi o 3 ½ cubiti è «
DIETRO» alla chioma (o testa
SUḪUR e
non alla coda!) del Capricorno».
Ad essere «
dietro» alla
chioma, in questo caso, sarebbe
la stellina che «
divide (o
Iota Cap.)»; ma se dovesse essere riferita la coda, associandola a Marte, tale stellina sarebbe "
davanti" ad essa e non "
dietro", come registrato nel reperto.
Inoltre, mentre le due stelline
[4] e [5] viste nel 586bc dividono
entrambe l’intera costellazione del Capricorno in due parti
pressoché uguali, la
Iota Cap, dividerebbe la costellazione
solo parzialmente, a livello della coda, rendendo meno chiaro il concetto di dividere in due parti pressoché uguali che è dato dal significato di «
Gemelli suggerito dal logo (
MÁŠ)».
Marte inoltre
ma solo nel 586bc, visto come
misurazione multipla, è verificato essere in posizione ben compatibile con la contemporanea posizione della
Luna come è registrata nel rigo.
Insomma, di fronte alla scelta, troverei certamente più compatibile e giustificante la verifica che risulta per il
586bc in occasione del trentottesimo anno di Nabucodonosor II.
Nelle prossime diapositive, sarà verificato il XII e ultimo mese che è registrato nel VAT 4956 alla parte reverse.
monseppe2
[Modificato da monseppe2 11/04/2015 09:33]
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Ricercatore indipendente.
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