00 24/08/2015 10:43
11_Mobilià della Luna nel tempo, 1 cubito in otto ore

Quando si misura il cubito avente come oggetto di riferimento il nostro satellite, la Luna, verificare le informazioni astronomiche di un diario implica il tenerne conto della sua mobilità nel cielo stellato durante una stessa notte.

Per avere un riscontro attendibile della verifica astronomica di un rigo di un diario astronomico occorre quindi identificare, quando ciò sia possibile, un "preciso momento della misura" al fine di ottenere risultati più probanti.

Questa di diapositiva_11 tenta di illustrarne il problema.




Essere o non essere? Quattro gradi o due gradi; qual è la reale (o vera) misura valutata per ogni cubito? L’ambiguità perseguiterà per sempre i posteri?

Le evidenze a favore di un cubito di quattro gradi già viste finora, sono e restano sempre fortemente a favore di questa unità di misura: «1 Cubito = 4 gradi».

Le ambiguità, resteranno a testimoniare la difficoltà di come, pure in tempi moderni con tutta la tecnologia raggiunta, non sia stato prontamente possibile rendersi conto (senza un forte aiuto da parte delle informazioni storiche della bibbia) che esisteva una valida alternativa all’attuale e accreditato cubito (spesso approssimativo) di due gradi per ogni unità.

In sunto:
Nella foto della diapositiva, a destra, è mostrato che la luna era, alla sera del 18° giorno del mese di APIN, al sorgere della stella Regolo del Leone, distante 8 gradi (angolari) da essa (LUGAL, in questo contesto, è considerato come nome per l’intera costellazione).

La simile pari e simile misura di Regolo con la brillante stella (Algieba), garantiva l’accuratezza e l’immediatezza di tale valutazione (riferita alla luna che tollera ragionevolmente circa 15 minuti di grado a motivo del suo disco).

Sia stata allora stimata in 4 cubiti di due gradi o in due cubiti di quattro gradi, non toglie il fatto che la Luna era e restava distante da Regolo esatti 8 gradi.

L’astronomo non registrò questa possibile osservazione (almeno non mi risulta); certamente però, poté vederla e ne tenne ben conto.

Dopo oltre otto ore (sul fare del mattino), l’astronomo tornò a misurare (e registrare stavolta) al rigo B, Obverse B16, la seguente informazione:

«GE6 18 ina ZALÁG sin ina IGI LUGAL 2 KÙŠ» traducibile in:

«Notte del 18° giorno, ultima parte della notte, la Luna opposta (davanti o di fronte) al Leone 2 cubiti».

Ho tradotto il logo traslitterato di LUGAL in Leone e non in Regolo, in quanto per i babilonesi, il nome della principale stella della costellazione era talvolta anche indice o riferimento all’intera costellazione stessa (vedi il caso di ALLA che sta per la costellazione del Granchio e che A. Sachs nel VAT 4956 traslittera come «il Presepe», un ammasso stellare (M11) della costellazione del Granchio); La posizione della Luna, difatti, era «davanti» all’intera costellazione del Leone, come ben illustra la foto grande nella diapositiva.

In tal modo l’astronomo, pur facendo riferimento ad un unico valore di due cubiti, poté considerare la misura della Luna [2] non solo riferita a Regolo [3] ma anche a un’altra principale stella della stessa costellazione, appunto Algieba [1].

Le due pari misure che la sera prima facevano capo al valore dei due cubiti, misuravano così ora i 4 gradi (per la luna sotto la stella Regolo) e «anche» gli 8 gradi per la luna, sotto e opposta ad Algieba.

La posizione della costellazione (LUGAL) al momento della misura (riferita o puntata appunto sulla stella Algieba [1]) conferma questo tipo di osservazione in quanto in quello stesso momento la «piccola stella che quattro cubiti è dietro al re» (la stella Chort [7]) era proprio bilanciata in verticale con la Luna [2] (vedi segmento verticale verde) misurando da essa 20 gradi (4 cubiti + 1 cubito).

Inoltre, la stessa Luna [2] era «mirata» in senso stellare per la sua precisa posizione, essendo sulla linea angolare che da Algieba [1] va alla stella Subra [5]; pertanto, i «due» cubiti, riferendo gli 8 gradi della misura letta la sera precedente, confermavano ora in un cubito (4 gradi) la posizione raggiunta dalla Luna rispetto alla principale stella della costellazione Regolo [3].

Il «momento» della misura, fu quello che vedeva sorgere a Est il pianeta Mercurio (vedi foto inserita a Sinistra).
Il valore misurato, essendo l’osservazione alta circa 70°, fu campionabile con le stelle indicate dai segmenti rossi; sia per i quattro che per gli otto gradi.

In questo semplice modo (per noi oggi «ambiguo»), l’astronomo poté ricordare che la luna la sera prima era distante 8 gradi (2 cubiti) da Regolo (o dal Leone) ma che alla fine della notte o verso il mattino dopo, sotto Regolo, la Luna era giunta distante da esso a soli 4 gradi, confermando pertanto il suo spostamento nella sfera celeste nella misura di circa 4 gradi per ogni otto ore di tempo.

Con la sola registrazione di due cubiti (di quattro gradi unitari) in questa informazione, volle ricordare entrambe le misure; scegliendo però il valore in cubiti di quella che corrispondeva «ancora» al riferimento ad Algieba [1] della sera prima e confermando così in modo evidenziato, lo spostamento compiuto dal nostro satellite nel cielo stellato durante le otto ore che separano le due misurazioni.

Fu così più facile per l’astronomo «ricordare» che i due cubiti della luna della sera precedente si erano ridotti a un cubito se riferiti alla stessa stella Regolo.

La foto a sinistra, comparata con quella a destra, illustra benissimo questo concetto.


monseppe2
[Modificato da monseppe2 13/09/2015 09:05]
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