00 13/09/2015 10:03
15_Misurazioni precise ma anche "complesse".



La (parte significativa) della riga B, Obverse B3, esaminata nella diapositiva è traslata come segue:

«[GE6 12 (11) SAG GE6 sin SIG MÚL IG]I šá SAG ḪUN 6 KÚŠ sin BAR (mezzo o metà) KÚŠ ana ŠÚ LAL 12 12,30 ŠÚ muš 12 GENNA ina RÍN IGI 15 na-su (DKD) in 10 I[GI…]».

Il giorno, riferito in parte lacunosa, è ovviamente dedotto fra il riferimento precedente (settimo/ottavo giorno «lunare») e quello registrato in lacuna [12, per Sachs], mi risulta però che dovrebbe essere stato registrato un 11° giorno e perciò sono qui da me verificati come *12° e *13° giorno «lunari», dovendo seguire lo sfasamento osservato dal nuvolo del primo e secondo giorno del mese.

Da come fu riferito (e registrato, stavolta in modo leggibile) al mattino del giorno seguente l’undicesimo, ovvero per il 12° giorno del diario (o 13 Lunare) in relazione a Saturno (GENNA) contato con un «15 na», è da confermare che anche in lacuna dovesse essere stato registrato il più attendibile «[11° giorno]» da me verificato appunto come 12° lunare per la Luna a 24 gradi (6 KÚŠ) dall’Ariete (Hamal) .

Essendo riferita la costellazione dell’Ariete (šá SAG ḪUN); il giorno registrato come 11° non poteva essere il giorno lunare 11° perché neppure una misura di 6 cubiti del valore unitario di quattro gradi (o 24 gradi in qualunque modo contati) poteva raggiungere la sua stella principale (Hamal) in modo accettabile; meno ancora se era misurata con i 12 gradi del cubito a 2 gradi.

Sachs, stima con (SIG) che la luna fosse sotto la stella dell’Ariete (probabilmente la stessa Hamal); io considero il logo corretto nel senso che all’elaborazione, la luna è effettivamente sotto a tale stella in ogni caso, per via dell’orbita Lunare.
Valuto però pure un possibile riferimento a «SIG = Uguale» se riferito alla misura multipla di 24 gradi ripetuta per arrivare a Giove.

La luna, non sarà però mai misurabile ai 12 gradi del cubito di due gradi dalla stella (in nessun senso e modo) a motivo del fatto che l’orbita lunare stessa dista quasi 14 gradi da tale stella e anche spostandosi in avanti di un giorno, Stimando un 13° giorno del diario) la misura (col cubito a due gradi), non sarà mai precisamente corrispondente com’è invece evidente con il cubito di quattro gradi.

Il momento della misura, meglio corrisponde alla notte appena iniziata (h. 20:44:30) mentre la Luna raggiungeva l’altezza di 45° (ovale rosso).

In quel momento, la Luna era bilanciata orizzontalmente a ovest con Giove (non riferito nella riga) il quale era curiosamente distante dalla Luna proprio nella «multipla» misura totale di 12 cubiti (48°) o due volte sei cubiti.

Il logo BAR seguito da: «cubiti», suggerisce ½ cubito, o due gradi, che non avrebbero senso con il concetto di bilanciato (LAL o allo stesso livello o perpendicolare).

Giove era bilanciato orizzontalmente a Ovest con la Luna, mentre a Est la stella Aldebaran del Toro era pure bilanciata (relativamente all’orbita lunare) e sotto la Luna, ma appunto con i due gradi registrati dal mezzo cubito nella riga del reperto.

Se necessario, la campionatura per i due gradi poterono stimarla velocemente con le stelline del circoletto dei Pesci (vedi freccia rossa).

Si noti che il senso di «bilanciamento (LAL)» per la stella Aldebaran del Toro, è logicamente definibile dalla stessa linea orbitale della Luna (bilanciato sulla sua linea orbitale); per tale motivo ritengo che l’astronomo li riferì con i due gradi; per stimare (penso) la stessa curvatura di tale orbita lunare.

L’illustrazione della diapositiva rende bene l’idea di ciò che poterono osservare allora. Il cerchio misura un raggio di 24 gradi (appunto, 6 cubiti di quattro gradi).

La Misura da Botein [5] ad Alrisha [6], fece da preciso e veloce campione di 24 gradi (o sei cubiti) per tutte le misure effettuate; la freccia tratteggiata rossa, indica un’ulteriore possibile riferimento (con un tolleranza di circa 7 minuti di grado sui 24 gradi) fra la stella Botein dell’Ariete e la stella nu-nu del Pesci.

Nella foto di quella sera ho inserito in alto a sinistra, anche l’osservazione di ultima apparizione di Saturno e al riferimento fatto alla costellazione della Bilancia riferita nello stesso rigo per la mattina del successivo 12° giorno del diario (o 13° giorno lunare) in occasione del conteggio «na» (che, associato a «-su (ovest)» ne suggerisce l’osservazione di un DKD Saturno-Luna illustrato nella foto lunga sotto).

Il riferimento alla «Bilancia (RÍN)» indica in senso generico l’intera costellazione, le cui stelle non essendo visibili al loro sorgere per via del cielo troppo luminoso non potevano essere stimate in senso di misura.

La Bilancia poté comunque essere definita «di fronte» (ina RÍN IGI «alla Bilancia opposto») stimando la distanza di Saturno dalla stella Spica della Vergine che era ancora visibile al momento che il pianeta stava sparendo, avendo una magnitudo di circa 1, simile a quella di Saturno.

La misura per Saturno (GENNA) fu fatta in conteggio «na» di 15 gradi (un’ora dopo il sorgere della stella Spica o 4 minuti per ogni grado), anche per «ricordare» l’eventuale DKD (rilevato da verifica astronomica e illustrato nella foto lunga in basso) che si era formato fra La luna che stava per tramontare a Ovest e Saturno che era in sua prima apparizione a Est a inizio del conteggio.
Il DKD fu ben allineato sulla linea dell’orizzonte reale (s.l.m. vedi altitudine cerchiata nelle locandine).

Il conteggio «na» mostra una differenza di due minuti (mezzo grado), che sono giustificabili proprio dalla valutazione del DKD che si verificò ben allineato sopra all’orizzonte visibile confermandolo, seppure (come DKD) esso non sia riferito nel reperto, col fatto che facilmente il conteggio «na» fu fatto partire al sorgere della stella Spica, e fu fatto finire esattamente al momento dell’osservazione di suddetto DKD.

Ripeto, perché non a caso trovo queste corrispondenze:
Il conteggio «na-su» di 15 gradi (un’ora di tempo) fu iniziato al sorgere della stella Spica della Vergine, ed esattamente un’ora dopo, (15° na), Saturno era visibile ad Est lungo la linea dell’orizzonte reale (s.l.m.) alla stessa altezza che aveva la Luna a Ovest (su).

La riga termina con «IN 10 I[GI] (esso, 10 visto)».

Molto probabilmente riferisce l’ultima apparizione di Saturno che svanisce alla vista mentre era alto 10° da orizzonte visibile, come confermare che era di fronte alla Bilancia le cui stelle, ormai, seppure non visibili, erano già sorte.

monseppe2

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