La Bibbia conferma il 607 a.e.v. come 18° di Nabucodonosor II Gerusalemme Fu distrutta nel 607 a.e.v. durante i 18° anno di Nabucodonosor II

Rigo 04 frontale (obverse) del VAT 4956

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    00 17/08/2014 10:03
    Giove sorge in DKD con Luna. DKD sole Luna 4 gradi. Venere e Saturno 16 giorno

    Rigo 4 Obverse

    Qui è stata aggiornata la diapositiva relativa al quarto rigo frontale del VAT 4956.

    In questa riga, è interessante notare la concordanza di posizione dei pianeti Venere e Saturno durante il sedicesimo giorno di Nisannu del 587bc con le precedenti righe.

    Il relativo file.ppt lo metterò più tardi (forse), appena avrò ricontrollati bene gli eventuali errori di digitazione e aver aggiornato al meglio le presentazioni.

    pazientare, prego...

    monseppe2
    [Modificato da monseppe2 22/04/2015 21:35]
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    00 22/04/2015 21:52
    Rigo 4 Obverse, giorni 12-16 Nisannu

    07_diap_01



    Rigo 4 Obverse per il 587bc. Come giorno secolare ho segnato l’osservazione, fin dal 2 Maggio, in quanto A. Sachs per il 568bc ipotizza un possibile «[11] (oppure (lu) prima del 12)» come giorno nella parte lacunosa finale precedente e iniziale della riga legandolo al giorno 12 della riga 4.

    Dopo la consueta rappresentazione del coccio, col suo traslato, il suo LineArt e relativa ritraduzione, contestuale al 587bc, la prima elaborazione illustra il momento nel quale l’astronomo registrò che Giove stava sorgendo «crescendo (E11)» in area divina «ME».

    Al momento del completo sorgere di Giove, il 12esimo giorno del primo mese di Nisannu (4 Maggio), La luna, essendo tramontata da pochi minuti (circa 4 minuti), si troverebbe ancora in quella che i babilonesi chiamavano «area divina (ME)», quando entro pochi gradi dall’orizzonte che la indentavano come «divina», si trovavano in opposizione due astri da loro considerati delle divinità; in questo caso, la Luna (sin) e Giove (AN-SAG-ME-GAR).

    La seconda elaborazione mostra il successivo giorno, il 13esimo (o 5 Maggio), durante il quale Giove, appena completamente sorto a Est, è visto in formazione DKD (abbreviazione di DINGIR-KI-DINGIR) con la Luna che a Ovest era alta quasi 5 gradi (in ordine di altezza), mentre in conteggio «na», più facilmente usato per la Luna con i pianeti, sono contati 24 minuti a che la Luna inizia il suo tramonto (o 6 gradi).
    In tal caso, in conteggio in ordine di tempo di rotazione terrestre (1 grado ogni 4 minuti di tempo) la Luna era in DKD con Giove con 6 gradi «na».

    Come mai, allora, l’astronomo non ne registrò la misura e non lo definì come DKD, pur accennandolo che cresceva in «area divina (ME E11)»?
    Evidentemente, o forse, anche perché come DKD era «altino (6° na)» ma soprattutto perché, risparmiando sulla lunghezza della riga, preferì mettere in risalto il DKD del giorno successivo, appunto quello del 14esimo giorno fra la Luna e il sole (con 4° di altezza na per la luna).

    Molto probabilmente gli astronomi babilonesi, che erano pure astrologi, con il loro particolare senso religioso verso gli astri del cielo (li consideravano delle deità), nel caso del conteggio del DKD fra il sole (šamáš) e la Luna (sin), forse con senso di rispetto verso di essi, ne conteggiavano il DKD come altezza di uno dei due astri mentre l’altro era appena sorto o che stava per iniziare il suo tramonto.

    In pratica, dovevano vederne «contemporaneamente» gli interi dischi mentre li misuravano.
    Infatti, per esempio per il Sole, la sera, col suo tramonto, segnando esso la nascita del nuovo giorno babilonese, poteva confondere il tempo nel quale era segnato l’ordine numerico, se 14esimo o 15esimo giorno del DKD registrato, e il sole non avrebbe comunque visto o non poteva restare più «opposto» (IGI) con Luna non essendo più integro mentre stava tramontando completamente.

    Si deve quindi evincere che, almeno per i DKD fra Sole e Luna, veniva osservata la Luna da quando essa era completamente sorta, ed era misurata la sua altezza solo appena il sole (ora possibile da osservare senza accecarsi), stava per iniziare il suo tramonto.
    Evidentemente un servitore avvertiva chi misurava, non appena vedeva il bordo del disco solare che toccava la linea dell'orizzonte visibile dalla ziggurat di Babilonia.

    Nella diapositiva/2 successiva, mostrerò sia la misura che sarebbe invece difficile da eseguire se fosse fatta misurando l’altezza del sole, e sia quella più ragionevole che risulta quando essa fosse fatta misurando l’altezza della Luna.

    Nella terza «panoramica» di questa diapositiva/1 infatti, è mostrato l’inizio del fenomeno di DKD appunto mentre la Luna era appena completamente sorta e il bordo inferiore del suo disco ancora toccava la linea dell’orizzonte visibile.
    Il sole, sarebbe allora ancora abbastanza alto (5 gradi) da abbagliare chi lo osservasse direttamente per misurane una sua precisa altezza in quel preciso momento.

    monseppe2

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    00 22/04/2015 22:18
    Riga obverse 4 - particolari del DKD

    07_diap_02



    La diapositiva/2 illustra i particolari del 14esimo giorno, dove è registro un DKD fra Sole e Luna di 4° na mentre il 16esimo giorno, dove è riferito il pianeta Venere (dele-bat), le cui informazioni successive sono in una lacuna tronca (senza altre possibili tracce) è illustrato in diapositiva/3.

    Diversamente all’ipotesi delle «Sei lune (Lunar six)» di Sachs e Hunger, verificando il diario astronomico per la reale data durante la quale esso fu osservato, il 587bc in occasione del 38° anno di Nabucodonosor II, le verifiche astronomiche finora eseguite suggeriscono, almeno per i DKD fra Sole e Luna, che essi misurino il loro valore (na) in altezza (e solitamente di sera) e non in ordine di tempo di rotazione terrestre (o di mattina) come suggerito da Sachs.

    Due sono i motivi basilari; Il primo, di natura religiosa, il quale considera che alcuni astri (come sole e luna, per esempio) dai babilonesi erano venerati come delle divinità.

    Il secondo era perché, forse per riverenziale timore, essi (Sole o šamáš e Luna o sin) dovevano essere «visti o vedersi» insieme e nella loro completa integrità.

    La teoria delle sei lune invece, considera nel conteggio in ordine di tempo di rotazione terrestre pure il completo sorgere o tramontare dei due astri fra sole e Luna; si ha così una variante di misura di oltre un grado rispetto alla misura in altezza (senza tener conto poi delle varianti date dall’inclinazione dell’eclittica che varia durante i mesi).

    L’espressione: «DINGIR-KI-DINGIR IGI», traducibile in: «un dio vede un altro dio opposto (KI riferisce l’orizzonte in questo caso)», infatti, suggerisce che i due astri si vedessero nella loro integrità e contemporaneamente per tutto il tempo della misura.

    Da qui in avanti pertanto, il completo logo «DINGIR-KI-DINGIR IGI», sarà da me indicato con l’abbreviazione: «DKD».

    Un DKD poteva aver luogo anche fra uno degli astri maggiori (Sole o Luna) e un pianeta che fosse esso stesso considerato dai babilonesi una «divinità», come ad esempio (dio) Giove (AN-SAG_ME_GAR); in tali casi, meglio si applicherebbe il conteggio in gradi stimati in ordine di tempo di rotazione terrestre, nella misura di un grado per ogni 4 minuti (ottenuti da: 360 gradi divisi 24 ore = 15° per ogni ora; e 60 minuti (un’ora) divisa poi per i 15° risulta in 4 minuti di tempo di rotazione terrestre per ogni grado).

    La misura in tempo di rotazione terrestre che riguardava un astro (stella o pianeta), era probabilmente preferita in quanto il pianeta è un piccolo punto di riferimento e la sua integrità facilmente si associa con il suo preciso sorgere o tramontare.
    Generalmente, infatti, un possibile DKD che implicava un astro minore era generalmente così stimabile con la Luna, per il fatto che con la luce del sole sorto o che deve finire di tramontare solo Venere, e solo a volte, è visibile.

    Nel caso in esame, nel reperto è riferito per il 14esimo giorno babilonese del primo mese di Nisannu del 587bc, un DKD fra Sole e Luna di 4° na.

    Stimandolo per il 568bc, può essere ingannevole il fatto che da quando il sole inizia il suo tramonto a quando la luna sia completamente sorta si possano contare 16 minuti di tempo (teoria delle sei lune) che possono sembrare ben corrispondere ai 4° na segnati sul diario.

    Devo ricordare però, che questo risultato è verificato con RedShift6 e non con TheSky6 il quale calcola la luna in posizioni non sempre concordi con programma da me usato.

    Infatti A. Sachs e H. Hunger verificano il fenomeno, nel 568bc = 37° anno del re, come occorso al mattino del 14esimo giorno e non alla sera dello stesso 6 maggio, come per il 587bc e come usualmente dovrebbe essere fatto (per via delle previsioni di possibili eclissi di luna).

    Al mattino di tale giorno, col sole sorto e fino a completo tramonto di luna, (Teoria: «Sei Lune») nel 568bc si hanno circa 16 minuti o 4 gradi na secondo Sachs; un corretto confronto astronomico, invece, dovrebbe essere eseguito (possibilmente) nello stesso tempo con entrambi i programmi e soprattutto, aventi entrambe le date con lo stesso giorno e ora (ovvero il confronto mattina per 568bc e sera per 587bc, ha poca valenza per il confronto della precisione di calcolo fra i due programmi).

    Quelle da me verificate per il secolare 568bc, restano comunque misure meno corrispondenti e, ricordo, qui calcolate qui con RedShift6 (con TheSky6 mi risulta, per le misure riguardanti la luna di quel periodo, una differenza stimabile fra i due e tre gradi per pari tempo di verifica fra i due programmi).

    Infine, anche se potevo del tutto ignorarla questa verifica, essendo in campo tronco e mancanti le informazioni di misura e a chi si riferivano, ho comunque verificato pure il 16esimo giorno che menziona «Venere» (e ho fatto bene).

    Il nome del pianeta è chiaramente leggibile nel coccio, e pertanto ho voluto verificare che l’osservazione, nel 16esimo giorno, fosse almeno «astronomicamente compatibile» con quella già verificata per il nono giorno che elaborava la prima apparizione di Venere come «piccolo sole», essendo il pianeta in massima elongazione Ovest e posizionato vicino alla k Gemini o a circa l’altezza della stella Polluce dei Gemelli.

    L’elaborazione in diapositiva/3, mostrerà ciò che gli astronomi poterono aver visto o valutato per quel giorno (ovviamente nel 587bc).

    In base a ciò, si può «ipotizzare» che la parte in lacuna registrasse i seguenti possibili loghi:

    «16 dele-bat [(e Saturno) 1 KÙS ár ALLA]» traducibile in:

    «giorno 16, Venere [ (e Saturno)1 cubito (4 gradi) dietro al Granchio o Cancro]».

    La verifica astronomica mostrata in diapositiva/3, è pertanto compatibile con la posizione che il pianeta doveva avere nel 16esimo giorno, ma probabilmente, l’astronomo citò proprio questo giorno per identificare anche l’ingresso di Venere nella costellazione del Granchio, misurandolo (forse) anche sulla stella Al Tarf, assieme a Saturno che era parimenti distante da tale stella nella misura di 14° angolari.

    La piccola foto inclusa in alto a destra di diapositiva/3 , mostra il cielo, in pari data di giorno e mese, ma del 568bc.
    Unica situazione accettabile è la misura di un cubito di due gradi fra Venere e Marte.

    Nel complesso, trovo più accettabile l’osservazione che è risultante dall’elaborato del 587bc.
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    00 22/04/2015 22:36
    Rigoo 4 obverse - Venere in sedicesimogiorno 587bc (e Saturno)

    07_diap_3



    Alla fine del rigo obverse 4, è certamente leggibile un riferimento a Venere [2] per il 16esimo giorno del primo mese Nisannu del 587bc.

    Ciò significa che, almeno Venere, quel giorno fu osservato, e questo ne giustifica una verifica astronomica di quel giorno babilonese.

    Il resto delle informazioni, essendo in «[lacuna]», sono ovviamente solo desumibili dal fatto che si stia osservando l’esatto stesso cielo (del 587bc) che osservava l’astronomo babilonese.

    Nel 587bc Venere, a Sole appena tramontato, fu visibile in prima apparizione avendo allora ancora una magnitudo di -4,24; magnitudo compatibile con le precedenti osservazioni del pianeta (massima elongazione Ovest).

    Le due foto chiare in vista reale in basso, mostrano che Venere poteva essere stato visto mentre il Sole era appena tramontato dando inizio al 16esimo giorno babilonese di Nisannu.

    Questa verifica di prima apparizione è in ogni caso attendibile, anche se il resto delle informazioni è in lacuna, in quanto prima del nome del pianeta non ricorre il classico «GE6», inducendo quindi a pensare che l’osservazione possa essere stata fatta anche durante il giorno, o subito dopo il tramonto.

    Nel 568bc, tale prima apparizione con tramonto del sole, non è parimenti fattibile in quanto Venere, avendo una inferiore magnitudo di -3,9 fu visibile solo circa 6 minuti dopo il tramonto del sole.

    Nella diapositiva/3 si riscontrano comunque pure le seguenti e interessanti misure possibili.

    Le frecce Verdi, sono il raggio del cerchio che indica Venere [2] e Saturno [3] alla stessa misura angolare di 14 gradi con la stella AL TARF [1] del Granchio. Entrambi i pianeti sono quindi dentro la costellazione del Granchio.

    Saturno [3], (vedi freccia Gialla) era a un cubito (o 4 gradi angolari) dietro alla stella centrale del Granchio (Asellus Australis [4]) mentre Venere [2] era alta 4 gradi (un cubito) rispetto alla stella Al Tarf [1] (vedi freccia rossa).
    Quindi, due pianeti sono così definibili rispetto a due stelle, in una configurazione che a me non sembra per nulla casuale.

    In lacuna, questa osservazione poteva essere definita con i loghi: (Venere) «(e) [SAG-UŠ 1 KÚŠ ár ALLA]» (Venere e Saturno un cubito dietro al Granchio).

    Nel 568bc (ho controllato per scrupolo), Venere era ancora nei Gemelli, pertanto l’ipotesi relativa alla lacuna, di un’osservazione riferita a entrata nella costellazione del Granchio, rispetto a una precedente osservazione che vedeva Venere in Gemelli, non sarebbe più giustificante.

    Ho incluso una piccola foto in alto a destra della diapositiva/3 che illustra la verifica per il cielo del al 568bc che vedrebbe solo Marte essere a un cubito (di 2 gradi) da Venere.

    Il pianeta riferito (Venere), essendo quindi a un cubito angolare (di due gradi) da Marte, ne potrebbe giustificare una possibile osservazione.
    In tal caso, resterebbe la situazione di «ambiguità» che ho già fatto presente più volte anche se, come circostanze di posizioni astrali, quelle del 587bc la dicono molto più lunga di quella singola del 568bc.

    Resta ovvio, che fra le due osservazioni, resterebbe molto più interessante, dal punto di vista astronomico, quella del 587bc, e pertanto prediligo tale verifica.

    In ogni caso, per il 587bc, la prima apparizione del pianeta e la posizione di Venere, in accordo con la posizione di Saturno, sarebbero ben compatibili col diario durante quel 16esimo giorno riferite alle precedenti verifiche finora eseguite.

    monseppe2
    [Modificato da monseppe2 22/04/2015 22:37]
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