«
SI-GIN» può essere correttamente tradotto «soffia il vento del Nord» dove il contesto della riga (se meteorologico) lo rende giustificabile.
Questa traduzione, non è però rigidamente applicabile.
Il significato alternativo può essere: «
corna (SI) direzione o indicare (GIN)» e, applicato alla Luna, renderebbe il senso di: «la falce (
corna) indica».
Sarà il contesto, se meteorologico o se astronomico, a determinarne il più attendibile significato.
«
i-nu-šú», tradotto da Sachs (nel contesto del 567bc) col poco preciso: «
in quel tempo», nel contesto astronomico del
586bc, pare più appropriato che debba essere tradotto in:
«non uscire da (o restare in) Ovest».
Probabilmente, tale specifica, essendo data a inizio mese, voleva ricordare all’astronomo che non era in fase di osservazione
Saturno, osservato per due volte a inizio mese in parte
obverse e che nel
586bc era ormai posizionato davanti alla costellazione del Leone la quale, al momento del conteggio
na e dell’avvistamento di
ki-şir e di
Giove, era osservabile guardando verso Est.
Questa stessa mia diversa traduzione,
nel 567bc, avrebbe poco senso in quanto Giove sarebbe visibile proprio guardando a Est, e solo circa 9 ore dopo il momento del conteggio
na per la Luna del primo giorno.
L’inclinazione dell’orbita lunare oscilla rispetto all’eclittica nella misura di più o meno 5 gradi. La falce della Luna, pertanto, sarà orientata nel senso dell’orbita lunare, e poteva allora essere usata per indicare un angolo di osservazione suggerito appunto dall’orbita lunare stessa che, nel
586bc, il primo giorno del XI mese, indicava proprio fra la
cometa e Giove, a sinistra dell’eclittica, come illustrato nelle piccole foto inserite in alto a destra dell’elaborato in diapositiva.
Per ingrandire, purtroppo, occorre usare il file.ppt che al presente non rendo ancora disponibile, per questo ho ingrandito un particolare della falce della Luna in alto a destra.
Nel verificare questa situazione astrale, mi trovo nuovamente di fronte a una possibile
misurazione multipla come già riscontrato in altre righe del diario.
Col solo valore del cubito astronomico (quattro gradi), sarebbero registrate:
la distanza di Giove dalla Pleiadi,
l’altezza di Giove dalla cometa o orizzonte visibile,
e la distanza di Giove dalla Hyadum I che forma la biforcazione (il ramo) del muso del Toro.
Tale misura di
un cubito = 4 gradi, fu presa con precisione e velocemente, semplicemente campionandola con quella delle stelline
[4] e [5] della zampa sinistra del Toro, evidenziata dalla freccia rossa.
Con tale riferimento di un cubito, si poteva pure stimare che Giove era a
otto gradi (o due cubiti) a Ovest della cometa la quale stava tramontando
proprio sul punto cardinale Ovest. Scusate se è poco.
Tutto questo evidenzia come «
osservata» la cometa
Machholz 2 (G) che nel reperto VAT 4956 in parte reverse, fu indentata per due volte col logo: «
ki-şir».
monseppe2
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Ricercatore indipendente.
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La verità viene da Geova mediante la sua parola scritta.
Per comprenderla, occorre "luce".
La luce, se illumina un solo lato, lascia zone di ombra che restano nascoste. La verità resta la stessa, ma sarà incompleta.
Solo Geova può fare "luce" su "tutti" i suoi lati della Sua Verità.
Ascoltarlo, è vitale. Cercarlo, è saggio. Amarlo, è giusto.