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Questo Forum informa su storia-archeologia-astronomia e bibbia relative al periodo Neo-Babilonese (669bc-523bc). Dimostra che Gerusalemme fu distrutta nel 607 a.E.V. e non nel 587bc attualmente accreditato.
 
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Si può sapere se siamo arrivati alla Fine?

Ultimo Aggiornamento: 24/06/2022 08:42
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28/05/2022 09:03
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Corrispondenze queste, che sembrano indicare una speciale protezione dall’odio della moderna e religiosa cristianità che, come lo fu Tiro, è sotto attacco da parte dell’unto).
In quegli anni Geova ha fornito al suo unto, durante il suono delle 7 trombe alle assemblee tenute dal 1922 al 1928, una protezione pure dal temibile e moderno “Nabucodonosor” (d.p.a.a.), almeno dal 1926 o fino al 1932.

Non m’invento nulla, secondo ciò che fu detto. (WT 1998 1/6 pagina 27): “Tempo dopo, all’assemblea che tennero a Londra nel 1926, fu indicato che secondo Rivelazione 17 l’“ottavo re” compare come l’epilogo della successione di potenze mondiali. Come fece notare l’oratore, “il Signore ne ha predetto la nascita, l’effimera esistenza e la fine eterna”.
A buon intenditore poche parole; senza quella protezione, il risoluto messaggio alle nazioni, sarebbe stata quasi un’azione di “lesa maestà”.

Per finire? Interessante è stato anche il sincronismo del modello moderno relativo al dramma di Rut e Naomi che riportano, pare, tappe interessanti dal 1914 al 1992 [e oltre, al 1998], della nostra era volgare; come pure le altre, per via del concetto di tempo elasticizzato dal “Gap”.
A conclusione di questa trattazione, considero la ridondante presenza del valore 1998, come ultima base (per me) per capire in modo spiritualmente logico questo studio/ricerca.
Dopo, per me almeno, la parola passa a ciò che solo Geova può spiegare, determinare e decidere.

Una sola cosa, al presente, io comprendo. Se queste ricerche, dopo il 1999 vanno o andavano (allora) in mani apostate o di oppositori al regno, il danno per il popolo di Geova potrà (o poteva allora) essere davvero enorme!
Se queste cose fossero, dopo il 2024, assolutamente non corrispondenti con il senso finale suggerito, “potrebbe” essere reso privo di significato utile e in modo matematicamente incontestabile, perfino un 1914 e il suo relativo scopo (se [e ripeto “se”], la fine non giungesse nel suo pieno limite del tempo fissato (o entro il 2024?))!
So anche questa sola cosa; che Geova manterrà fede alla sua parola e la sorpresa per molti, che la vorrebbero ignorare, o vederla diventare una pura fantasia, non sarà certo piacevole.

Seguono le ultime considerazioni e specifiche necessarie, che devo inevitabilmente fare.

18) Riguardo al 1998, così ridondantemente frequente nella simmetria numerica delle operazioni effettuate sui valori assegnati o attribuiti ai numeri dalla bibbia.

Essendo di fatto, già trascorso, come anno, dal secolo scorso (il 1996/1998) ormai da 24 anni, diventa evidente che quell’anno [1998] non fosse da intendersi come da associare al tempo Finale (o di Har-Maghedon).
Significa questo che, tutte le evidenze sopra mostrate (1914 compreso), sono solo frutto del caso o peggio ancora, di origini sataniche? Non credo.
Non almeno fintanto che anche il futuro anno 2024 sia passato abbondantemente (circa dopo ottobre) del 2025 (o termine dell’anno teocratico 2024, o prima del 15 settembre/15 ottobre).
Dopo tale data evidentemente, per me sarebbe come dover costatare che, dopo aver contato fino a cento, confermando esatti tutti i numeri, arrivati al cento, si dovesse ammettere: sbagliato! Il 100 non esiste!

E se sarò ancora in vita, mi piacerebbe capire il senso di tutto questo.
Spero che non sia frainteso il “motivo” di tali considerazioni. Nel tenere il conto del tempo, abbiamo a che fare con le alterne vicende del genere umano imperfetto e con la divisione sociale, politica, razziale, egoistica che ci contraddistingue.
Nel tempo, il calendario ha subito molte riforme nel suo metodo di conteggiare i giorni, le settimane, i mesi, gli anni e i secoli. Abbiamo avuto calendari lunari, solari, sacri, profani, dell’epoca (basati, come origine, su importanti avvenimenti storici), e pure date attendibili o meno (o falsificate di proposito).
Altra incognita da considerare è, ad esempio, quando si devono conteggiare periodi biblici contrassegnati da valori ben determinati, come i 1260 giorni.
Vanno contati come periodi di 24 ore sequenziali del calendario Gregoriano (attualmente in uso)? Oppure vanno equiparati a un periodo di 1260 giorni ma secondo il computo del calendario metonico o lunare di 12 mesi di 30 giorni, più l’intercalare 13° Adar sette volte nel corso di un periodo di 19 anni?

Personalmente, e a mio avviso anche più ragionevolmente, la risposta è: usare il pensiero che Geova ci abbia comunicato informazioni: tenendo conto di come avremmo contato il tempo nel “Tempo della fine”, e che quindi, si debba fare conti applicabili al nostro calendario Gregoriano (ovviamente in armonia con quello che è poi il vero tempo; ovvero il tempo solare).

Per capirci. Se ti dico: “Verrò entro il termine di dieci giorni”, intendendo chiaramente 10 periodi di 24 ore di 3600 secondi all’ora, ti indico uno “specifico” tempo entro il quale io posso venire e tu possa attendermi con fiducia. Se quindi siamo al 25 febbraio quando lo dico, intendo entro 10 giorni a partire da tale data.

Ora, io, in che giorno mi potrei presentare all’appuntamento? Normalmente penserei in ognuno di questi possibili giorni, (Febbraio) 25 (1), 26 (2), 27 (3), 28 (4), (Marzo) 1 (5), 2 (6), 3 (7), 4 (8), 5 (9) e 6 (10°).

Quindi, entro la mezzanotte (come ora contiamo il tempo) del giorno 6 Marzo sarei ancora puntuale presentandomi a tale incontro.
Questo 6 Marzo [come “data”] è preciso in senso assoluto? Se per l’appuntamento dicessi invece: “Fra tre anni” e 10 giorni, da quel 25 febbraio, sarà sempre al 6 Marzo? Dipende.
Da che cosa? Dal fatto che durante tale periodo o durante tale tempo, ci sia stato un anno bisestile o meno. Infatti, se mettiamo caso che lo stesso anno dell’appuntamento, sia un anno bisestile, il mese di febbraio avranno 29 giorni e non 28 come contati sopra, ma solo se l’anno è bisestile.
In tal caso [se è bisestile], il mio appuntamento, pur restando lo stesso come numero di “Giorni ([tre anni] e 10)”, sarà il cinque Marzo e non il sei.
Inoltre, se anche il secolo è bisestile, in coincidenza con l’anno, tale appuntamento slitterebbe al giorno 4 Marzo; ma sempre al termine di [tre anni] e 10 giorni o 240 ore o 864000 secondi dell’anno entro il quale arriverei.

Pertanto, prima di apporre una data specifica in una circostanza del genere, dovrei calcolare bene il tempo in cui viviamo e come esso sia contato in questo periodo [o in questo "tempo" della fine"]. Un esempio.
Nel libro “Sia fatta” (1958-1961) alla pagina 328 i §§ 12-17 accennano che i tre tempi e mezzo (o 42 mesi o 1260 giorni) si compirono al termine dei 1260 giorni o nel 26 marzo 1918 del secolo scorso, e la soppressione dell’unto si protrasse fino al 26 marzo 1919.

Concordo pienamente con questo pensiero, perché la morte dei due testimoni doveva essere “Simile a quella del loro Signore”, e il modello incominciò appunto con una commemorazione; ed essendo tale nazione riportata in vita in un sol giorno (uguale a un anno in senso profetico, vedi “Gap”), tale stato mortifero dovette cessare (e ne troviamo il preciso riscontro storico) il 26 marzo 1918.

Qualcuno, giustamente, potrebbe obiettare: “Un attimo!”.
Se i 1260 giorni dei due testimoni vestiti di sacco terminano il 26 marzo [1918]/1919, contando a ritroso si arriva al 13 ottobre 1914!
I conti non tornano; il regno nelle mani di Cristo, al termine dei sette tempi o dei 2520 anni sono ragionevolmente scaduti il 5 ottobre 1914, e non il 13 ottobre! C’è qualcosa di sbagliato? Controllo.

La differenza in questione è, guarda caso, esattamente di 8 giorni, ovvero 8 giorni dopo il 5 ottobre 1914: che cosa mi ricorda questo?
In Israele, per essere identificati quali appartenenti alla nazione giudaica, tutti i maschi dovevano essere circoncisi, e tale circoncisione era fatta, per comando divino, l’ottavo giorno dalla nascita.
Applicando questo principio all’avvenimento (seppure simbolico), della nascita del figlio dalla donna perseguitata dal serpente, si deve desumere (anche se nella visione il figlio nato “simboleggia” il neonato regno del 1914), che l’avente diritto a tale privilegio (l’erede, appunto), fosse: appartenente alla nazione d’Israele, discendente della tribù di Giuda e “figlio [o della casata, tribù] di Davide”. In una parola, doveva essere identificabile come discendente da origini umane e Israelitiche.

Se fosse stato presentato a Geova subito dopo nato, o il 5 ottobre 1914, in conformità a cosa avrebbe potuto farsi identificare come il Silo (Colui al quale appartiene)?
In tal modo, mi sembra che i conti tornino (alla lode del Dio del tempo, Geova).

Inoltre, anche il successivo periodo di Rivelazione 12:13-14 di 1260 giorni, coincide con il senso della scrittura; portandoci dal 26 marzo 1919 (ricordiamo; un anno come un giorno) al 6 o 7 settembre 1922 ovvero, nel pieno svolgimento della prima delle sette assemblee durante le quali furono suonate le sette trombe di Rivelazione!
Per la considerazione sui 1290, 1335 e 2300 giorni, ritengo opportuno considerare il senso di cifratura (o secretazione) indicata in Daniele 12:9-10 che ho già trattato sopra.

Continua a pagina 142 [SM=g10765] digilander.libero.it/monseppe/

Nel libro "La ragione delle profezie", che trovate al seguente link, con tutti i miei lavori ormai finiti, questi conti numerici sono evidenziati in modo più chiaro. Se li considerate nel contesto di quanto sopra esaminato finora, si dovrebbe comprenderne la loro eccezionalità, che li associa spesso biblicamente ai nostri tempi attuali.

1drv.ms/u/s!Ah_6xOWtD1ejmDHG2nqx3055ERvG?e=P38o6d


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Ricercatore indipendente.
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La verità viene da Geova mediante la sua parola scritta.
Per comprenderla, occorre "luce".
La luce, se illumina un solo lato, lascia zone di ombra che restano nascoste. La verità resta la stessa, ma sarà incompleta.
Solo Geova può fare "luce" su "tutti" i suoi lati della Sua Verità.
Ascoltarlo, è vitale. Cercarlo, è saggio. Amarlo, è giusto.
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