06_diap_3
Questa complessa diapositiva spiega quello che per i babilonesi, i quali oltre ad essere astronomi erano spesso anche degli astrologi e comunque guidati da sentimenti religiosi, era un senso di
espressioni divine evidenziate dagli astri che essi stessi stavano osservando.
La
riga Obverse 3 termina con i seguenti loghi:
9 ina ŠÚ šamaš TU[R ..NIGÍN?...] (e come primo logo del
rigo 4 Obverse successivo, «
DIB») traducibili in:
«Giorno Nove, all’Ovest, piccolo sole (
TU[R completa il giro
NIGÍN]) e sorpassa o incrocia (
DIB)».
L’espressione: «
piccolo sole», è evidentemente riferita al molto luminoso pianeta
Venere che in quel momento, essendo in sua prima apparizione e in massima elongazione, si presentava visibile anche mentre il
Sole grande era in fase di tramonto e mentre anche la
Luna era ancora presente, essendo già visibile in cielo.
Essendo abbagliati dalla luce del sole, il pianeta forse non sarebbe stato possibile osservarlo, mentre, coprendo con la mano la luce del sole, il pianeta era certamente visibile durante la sua prima apparizione.
Dico «
certamente», per esperienza
diretta; avendo io stesso osservato in un giorno invernale, a Est, la presenza di
Venere (in sua massima elongazione) in cielo fino a quasi le ore nove del mattino, (sapendo e seguendo la sua posizione) ma ovviamente osservandolo da una posizione che era
ben in ombra dal sole ormai già sorto da almeno un’ora.
Pertanto, l’interpretazione di «
piccolo sole», che corrisponde fin troppo con precisione,
la ritengo corretta.
Devo far notare che «
Venere» in «
Massima elongazione Ovest» proprio in quel giorno citato dal diario astronomico VAT 4956, la trovai
solo perché stavo
elaborando veramente il cielo che si poteva osservare proprio in quei due giorni,
ottavo e
nono, del primo mese Nisannu del
587bc.
Non ritengo che si possa trattare di un semplice caso fortuito in quanto, il «
DIB» come primo carattere cuneiforme registrato in
rigo 4 Obverse, seppure traslato come «
lu (e tradotto come
molto)» da Sachs per il
568bc, nel contesto osservato invece durante il
587bc si traduce anche e più correttamente come: «
incrocia o sorpassa», ed è perfettamente attinente col comportamento del
pianeta nei confronti della stellina
k Gemini.
Pure il
possibile logo [
NIGÍN], che si traduce come «
giro completo o intorno» ma che è solo ipotizzabile essendo in parte
lacunosa, sarebbe ben compatibile con la descrizione di una
massima elongazione Ovest del pianeta il quale completa il suo giro di ascesa per iniziare poi quello di discesa (perfino sorpassando la stellina
k Gemini).
Questa quarta riga richiede un riepilogo anche delle righe precedenti; in pratica, con queste sole tre righe, nel
587bc, sarebbero ben identificati nella loro posizione astrale i seguenti pianeti o astri.
1
La Luna nel primo giorno di Nisannu è
dietro (nel senso che tramonta dopo) la stella
Aldebaran, della costellazione del
Toro.
2
Sia
la Luna sia il pianeta
Giove (non riferito nella riga)
sono misurabili essere distanti dal sole nella stessa misura di
14 gradi registrata a fine
riga uno Obverse.
3
Il pianeta
Marte, definibile come
AN, suggerito così di proposito usando il suffisso tipico della costellazione del Toro (
GU4-(AN)) è misurabile, in termini di tempo di rotazione terrestre, con
58 minuti da tramonto Luna a suo tramonto, essendo pari ai
14° e 30’ che sono
compatibili con i valori riferiti nella parte lacunosa finale della riga.
Lo scriba, registrò la riga usando
AN come identificativo di
Marte, in quanto il solo
GU4 ben identificava il «
Toro» (come nel caso di
SIM-MAḪ che è riferita in
rigo 2 Obverse senza il
MAḪ).
Diversamente, la ripetizione del suffisso
AN, se inserito, sarebbe stato leggibile come «dèi» o «cieli» (
GU4 AN AN) e non avrebbe fatto subito pensare a
Marte.
4
Il Pianeta
Saturno (in questo rigo registrato come «
SAG-UŠ» e traducibile alla lettera come «
inizio di misura»), era certamente seguito come oggetto d’osservazione sin dal giorno dell’
eclisse totale di luna dell’
otto Gennaio 587bc.
Particolarmente durante
l’equinozio di primavera, che lo vedeva allineato lungo l’orizzonte visibile da Babilonia e «in
opposizione (
ina IGI)» alla stella
Enif della costellazione dell’attuale Pegaso, o dell’antica e grande costellazione chiamata
SIM-MAḪ (o
Rondine) che la includeva assieme ai
Pesci e a parte dell’
Acquario, mai citato come tale nel reperto in oggetto.
5
La Luna, è poi nuovamente compatibile nel terzo giorno babilonese con una possibile misura di 8 gradi (2 cubiti) stando di fronte a
Marte (il nome del pianeta è desunto, essendo solo ma ovviamente ipotizzabile, in parte
lacunosa).
Con molta
maggiore probabilità, durante suddetto terzo giorno del primo mese Nisannu del
587bc, in buona compatibilità di orario con il logo «
SAG GE6»,
la Luna era pure a
4 gradi (un cubito)
di fronte al pianeta
Saturno, mentre,
in misura multipla, la stessa, era a
quattro gradi angolari dalla stella
Alzirr dei Gemelli e pure era alta
4 gradi sopra alla stella
Tejat Posterior, sempre dei Gemelli.
6
Nel
NONO giorno del primo mese Nisannu, sempre la
Luna, è precisamente e in modo «particolare» ben definita e registrata
di fronte alla stella Zavijah della Vergine stando distante
4 gradi (un cubito) da essa.
La misura, seppure effettuata mentre la Luna era alta oltre 70 gradi,
fu precisa essendo stata
campionabile con la
distanza angolare nota che era fra la stellina
u Virginis e la stessa
Zavijah della Vergine.
7
In
rigo terzo Obverse, è poi identificata l’osservazione del pianeta
Venere nella sua
prima apparizione mentre esso ha raggiunto la sua
massima elongazione Ovest sorpassando (
DIB), fra il giorno
ottavo e il
nono, la stella
k Gemini.
8
Lo stesso pianeta (
Venere), è osservato e descritto come un «
piccolo sole» durante la sua
prima apparizione osservata durante
la fine del
nono giorno Babilonese (poco prima del completo tramonto del sole).
Scusate se è poco.
Per me, già queste corrispondenze sono sufficienti a definire con grande certezza che il diario astronomico VAT 4956 sia stato osservato e registrato
durante il secolare 587bc, in occasione del
trentottesimo anno del regno di Nabucodonosor II.
monseppe2
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Ricercatore indipendente.
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Per comprenderla, occorre "luce".
La luce, se illumina un solo lato, lascia zone di ombra che restano nascoste. La verità resta la stessa, ma sarà incompleta.
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