In questa diapositiva sono inseriti i «
particolari» per spiegare meglio le misure (incluse quelle
multiple) e relativi
campionamenti che sono rilevate durante la verifica del
rigo reverse 7 e in tutto il resto del diario.
Senza i sofisticati strumenti moderni, misurare con precisione distanze
interstellari, con una tolleranza che solitamente rientra entro un massimo di
10 minuti di grado, potrebbe sembrare eccezionale o poco credibile.
Come potevano allora misurare con «
precisione» e «
velocemente», specialmente quando erano riferite alla
Luna, le tante misurazioni che abbiamo finora visto durante le verifiche eseguite pure nella parte obverse del
VAT 4956?
Usavano certamente un modo molto semplice ed «intelligente».
Suddividere una circonferenza in 360 gradi era relativamente semplice, riportandola poi su un riferimento fisico, che certamente fu eseguito sulla torre osservatorio che allora era in Babilonia, era almeno ovvio.
Nel tempo, con le molte osservazioni notturne eseguite, quegli antichi astronomi registrarono e memorizzarono le
distanze interstellari (in gradi sessagesimali o in «
cubiti») di molte stelle delle costellazioni che avevano osservato «
mentre esse erano parimenti sulla linea dell’orizzonte visibile da Babilonia» e quindi misurabili con la precisa suddivisione in gradi della circonferenza osservabile.
Col tempo, avevano evidentemente compreso che quella che oggi chiameremo «
la chiusura dell’angolo azimutale verso lo Zenit», ovvero l’apparentemente osservazione
rimpiccolita della Luna e delle costellazioni mentre esse siano alte in cielo (o vicine allo Zenit),
non variava la
distanza interstellare che era misurabile fra due stelle note della costellazione osservata
come furono misurate mentre erano sulla linea dell’orizzonte.
Campionando quindi le distanze note alla stessa altezza con distanze da stimare (esempio fra la luna e una stella) alla stessa altezza, poterono avere risultati sorprendentemente
precisi.
Come illustrato nella foto inserita in diapositiva, semplicemente «
campionando» con uno gnomo (un specie di righello), tenuto a braccio teso, le distanze fisiche osservate tra due stelle come risultavano sul righello con la distanza che era fra due altre stelle vicine, potevano, se tale distanza confrontata
collimava precisa, sapere che le due stelle esaminate errano
distanti esattamente del valore a loro noto che era fra le due stelle campione usate.
Sapendo che la distanza fra la stella
31 Leo (il
piccolo re, o
TÙR LUGAL) e la stella
Algieba (41 Leo, vedi le frecce gialle nelle foto), sempre del Leone, era praticamente di
10 gradi (10° e 15’ per l’esattezza), potevano
subito confrontare la misura che risultava sul righello con le altre stelle, come ad esempio la
Asellus Australis (
ALLA) del Granchio con la Stella
Subra (
UR-A), e similmente da tale stella alla
Luna riscontrarono velocemente la stessa
esatta distanza di 10 gradi, che nel diario semplicemente registrarono con
(< «U»).
Lo stesso dicasi per il
cubito di 4 gradi.
Essendo ben nota la distanza che era fra la stella
Algieba e la
Eta Leo (30 Leo; vedi Frecce arancioni) che è precisamente
4 gradi e 13 primi, riportata tale distanza sul righello, confrontare la misura così
campionata con la distanze che era da «
piccolo re»
alla Luna o fra
Saturno e
Regolo era quindi cosa veloce e facile.
Risultato: misurazioni
velocissime e pure molto accurate e
precise che altrimenti non saprei spiegare con i risultati verificati finora esaminando le posizioni astronomiche che sono calcolabili oggi in base alle informazioni da loro registrate (incise) nel Vat 4956.
Nelle Locandine della foto a destra, sono evidenziati i
precisi risultati che sono riscontrabili applicando quanto
fu registrato con ciò che oggi si può elaborare con i moderni programmi di astronomia.
Tutto questo, possono solo sognarselo coloro che cercano di applicare la datazione del diario astronomico VAT 4956 al
secolare 568/567bc in occasione del trentasettesimo anno di Nabucodonosor.
Tutto questo, lo trovo invece solo durante la verifica per la corretta data da assegnare al reperto archeologico, ovvero il
secolare 587/586bc in occasione del trentottesimo anno di Nabucodonosor II.
monseppe2
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Ricercatore indipendente.
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Per comprenderla, occorre "luce".
La luce, se illumina un solo lato, lascia zone di ombra che restano nascoste. La verità resta la stessa, ma sarà incompleta.
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