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Cubito Astronomico Babilonese

Ultimo Aggiornamento: 29/12/2020 09:22
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24/08/2015 22:17
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12_I 4 gradi del cubito indentificano astri che sono in "lacuna".

La "certezza" che il cubito astronomico babilonese misuri 4 gradi, consente di identificare un astro osservato anche se la sua registrazione risulta a volte essere non leggibile o lacunosa.



La foto in alto a sinistra, nella diapositiva, evidenzia quest’osservazione:

«GE6 20, [? (AN ár sin) ?] ina IGI GIR ár šá A 2½ KÙŠ» traducibile in:

«notte del 20° giorno, [Marte dietro alla Luna] due cubiti e mezzo (10 gradi) opposto alla stella Zosma (del Leone)».

L’elaborato nella foto in alto a sinistra, trova eccellente corrispondenza con siffatta traduzione del traslato.

Unica incognita (ma in stima ovvia come posizione astrale) è la parte lacunosa che riferisce «[Marte dietro alla Luna]».

Certissimamente, in quel giorno Marte non poteva essergli «davanti nel senso che sorgesse prima» della Luna, essendo precedentemente stato stimato il pianeta posizionato nella testa della Vergine.

La precisione della misura con due cubiti e mezzo di 10 gradi, osservabile al sorgere di Marte, (e quindi in sua prima apparizione) seppure riferito alla Luna, lascia poco spazio a opzioni alternative; la misura relativa a Marte, essendo angolare, è precisa per quel momento di riferimento (ovvio, essendo riferito al sorgere Marte) ed era comunque pure campionabile con la stella Zosma [4] e la Iota Leo [5], come illustra la freccia rossa.

La Luna, era di fronte alla stella «Zosma, del leone» o era di fronte alla stella «Zavijah della Vergine»?

Sachs, nel tradurre il traslato in questione, definisce la stella «GIR ár šá A» come essere la stella «β Beta Virginis (Zavijah)».

In senso astronomico, sarebbe allora stato più corretto tradurre la Luna essere «davanti» a tale stella (Zavijah), che potrebbe pure essere uno dei sensi espressi dal logo «ina IGI»; in ogni caso, non troverebbe riscontro con la misura di 2 ½ cubiti (sia 5 gradi a 2 per cubito o 10 gradi a 4 per cubito).

Portando come fonte di riferimento il VAT 4956, nel rigo Obverse 3, la stella Zavijah è ivi registrata con i seguenti loghi:

«GIR ár šá [UR] A».

Ho indentato il logo [UR] in modo specifico.
Indenterebbe la stella Zavijah come essere «dietro (ár)» al «Lato (A)» del Leone «UR» (anche: «coscia» e, in senso geometrico, «asse»).

Nel rigo del diario del 198bc, non è presente il logo (UR) in quanto la stella Zosma era «nella coscia» del Leone stesso.
La posizione astrale osservabile in quel giorno avvalora quindi maggiormente l’interpretazione di «GIR ár šá A», come essere la stella Zosma.

Misure successive, essendo riferite alla «mobile» Luna possono portare, verso le ore 05:30, a una distanza minima di otto gradi dal pianeta (Marte) ma mai ai 2,5 cubiti di due gradi = 5 gradi riferiti nella riga in esame.

In sintesi:
Marte era «dietro» alla Luna essendo «in opposizione (ina IGI)» dalla stella Zosma con 10 gradi (due cubiti e mezzo) e pure da Marte (una specie di «ka-bar» fra Marte-Luna-Zosma dove la Luna ne è il centro di riferimento).

Il momento di osservazione con RedShift6, corrisponde bene a «notte: (GE6)», avendo Marte in prima apparizione, anche se Sachs in [lacuna] suppone un «ina ZALÁG (ultima parte della notte)».

Non corrisponde invece bene (direi: «affatto») con «ultima parte della notte», specialmente con la misura di 5 gradi (due mezzo cubiti di due gradi) in quanto, oltre ad ignorare Marte, testata con TheSky6, la Luna risulta essere fuori misura dalla Zavijah di un grado e mezzo (ovvero era di fronte alla stella con 6 gradi e trenta) alle ore 06 del mattino quando ormai non si vedevano più quelle stelle e la Luna non potrebbe essere calcolata più vicina, movendosi verso Est, ovvero verso il giorno.

Per il successivo giorno 21, la riga (sempre in lacuna) probabilmente registra «[? … (ina ZALÁG sin) …?]» (purtroppo non posso osservare né il coccio né il LineArt per essere più preciso, affidandomi solo al traslato che è pubblicato al sito www.Caeno.org); dal punto di vista astronomico, non posso ipotizzare posizioni diverse da questa.

Questa posizione è illustrata dalla foto che elabora il giorno 21° e che nella diapositiva è in basso a sinistra, per illustrare la misura di 14° (tre cubiti e mezzo) e a destra, per illustrare l’altra misura di un cubito e mezzo o sei gradi.

Puntando sulla stella Auva [5], come suggerisce la completa riga con:

«GE6 21 [ina ZALÁG sin] ┌IGI ┐ DELE šá IGI ABSIN 3½ KÙŠ ár AN 1½ KÙŠ ana NIM GUB», traducibile in:

«Notte del 21, [nell’ultima parte della notte, la Luna] ┌davantialla Auva (che era) 3 cubiti e mezzo (14°) dietro a Marte. Un cubito e mezzo (6 gradi) alta (o/e a Est, la Luna) stava».

L’elaborato in basso a sinistra illustra il senso della riga con la misura di 3 cubiti e mezzo pari a 14 gradi in modo angolare, di Marte [3] sopra a Auva [5] la quale, a pari misura in altezza era misurabile (misura multipla?) dalla stella Spica [4], mentre la Luna [1] stava sotto e ad est del pianeta [3] che era praticamente perpendicolare alla stessa stella Spica [4], mentre (la Luna) era alta un cubito e mezzo o 6 gradi sopra la stella Auva [5] (Vedi anche foto in basso a destra).

La misura di sei gradi era campionabile con la distanza che è dalla stella Auva alla stella Porrima della vergine (vedi freccia rossa).

Trovo il quadro astrale, seppure complesso e con informazioni di astro in lacuna, sufficientemente compatibile con l’interpretazione da dare a questi due giorni 20 e 21 APIN osservati e misurati e qui verificati con il cubito di 4 gradi unitari.

monseppe2
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Ricercatore indipendente.
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La verità viene da Geova mediante la sua parola scritta.
Per comprenderla, occorre "luce".
La luce, se illumina un solo lato, lascia zone di ombra che restano nascoste. La verità resta la stessa, ma sarà incompleta.
Solo Geova può fare "luce" su "tutti" i suoi lati della Sua Verità.
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