12_I 4 gradi del cubito indentificano astri che sono in "lacuna".
La "certezza" che il cubito astronomico babilonese misuri 4 gradi, consente di identificare un astro osservato anche se la sua registrazione risulta a volte essere non leggibile o lacunosa.
La foto in alto a sinistra, nella diapositiva, evidenzia quest’osservazione:
«
GE6 20, [? (AN ár sin) ?] ina IGI GIR ár šá A 2½ KÙŠ» traducibile in:
«
notte del 20° giorno, [Marte dietro alla Luna]
due cubiti e mezzo (10 gradi)
opposto alla stella Zosma (del Leone)».
L’elaborato nella foto in alto a sinistra, trova eccellente corrispondenza con siffatta traduzione del traslato.
Unica incognita (ma in stima ovvia come posizione astrale) è la parte lacunosa che riferisce «[
Marte dietro alla Luna]».
Certissimamente, in quel giorno
Marte non poteva essergli «
davanti nel senso che sorgesse prima» della
Luna, essendo
precedentemente stato stimato il pianeta posizionato nella testa della Vergine.
La precisione della misura con due cubiti e mezzo di 10 gradi, osservabile al
sorgere di Marte, (e quindi in sua
prima apparizione) seppure riferito alla
Luna, lascia poco spazio a opzioni alternative; la misura relativa a
Marte, essendo
angolare, è precisa per quel momento di riferimento (ovvio, essendo riferito al sorgere Marte) ed era comunque pure campionabile con la stella
Zosma [4] e la
Iota Leo [5], come illustra la freccia rossa.
La Luna, era di fronte alla stella «
Zosma, del leone» o era di fronte alla stella «
Zavijah della Vergine»?
Sachs, nel tradurre il traslato in questione, definisce la stella «
GIR ár šá A» come essere la stella «
β Beta Virginis (Zavijah)».
In senso astronomico, sarebbe allora stato più corretto tradurre la Luna essere «
davanti» a tale stella (
Zavijah), che potrebbe pure essere
uno dei sensi espressi dal logo «
ina IGI»; in ogni caso, non troverebbe riscontro con la misura di 2 ½ cubiti (sia 5 gradi a 2 per cubito o 10 gradi a 4 per cubito).
Portando come
fonte di riferimento il
VAT 4956, nel
rigo Obverse 3, la stella
Zavijah è ivi registrata con i seguenti loghi:
«
GIR ár šá [UR] A».
Ho indentato il logo
[UR] in modo specifico.
Indenterebbe la stella
Zavijah come essere «dietro (
ár)» al «Lato (
A)» del Leone «
UR» (anche: «coscia» e, in senso geometrico, «asse»).
Nel rigo del diario del 198bc,
non è presente il logo (
UR) in quanto la stella Zosma era «nella coscia» del Leone stesso.
La posizione astrale osservabile in quel giorno avvalora quindi maggiormente l’interpretazione di «
GIR ár šá A», come essere
la stella Zosma.
Misure successive, essendo riferite alla «mobile» Luna possono portare, verso le ore 05:30, a una distanza minima di otto gradi dal pianeta (Marte) ma mai ai 2,5 cubiti di due gradi = 5 gradi riferiti nella riga in esame.
In sintesi:
Marte era «
dietro» alla
Luna essendo «
in opposizione (
ina IGI)» dalla stella Zosma con 10 gradi (due cubiti e mezzo) e pure da Marte (una specie di «
ka-bar» fra
Marte-Luna-Zosma dove la Luna ne è il centro di riferimento).
Il momento di osservazione con
RedShift6, corrisponde bene a «
notte: (
GE6)», avendo
Marte in prima apparizione, anche se Sachs in
[lacuna] suppone un «
ina ZALÁG (
ultima parte della notte)».
Non corrisponde invece bene (direi: «affatto») con «
ultima parte della notte», specialmente con la misura di 5 gradi (due mezzo cubiti di due gradi) in quanto, oltre ad ignorare
Marte, testata con
TheSky6, la Luna risulta essere
fuori misura dalla Zavijah di un grado e mezzo (ovvero era di fronte alla stella con 6 gradi e trenta) alle
ore 06 del mattino quando ormai non si vedevano più quelle stelle e la Luna non potrebbe essere calcolata più vicina, movendosi verso Est, ovvero verso il giorno.
Per il successivo
giorno 21, la riga (sempre in lacuna) probabilmente registra «
[? … (ina ZALÁG sin) …?]» (purtroppo non posso osservare né il coccio né il LineArt per essere più preciso, affidandomi solo al traslato che è pubblicato al sito
www.Caeno.org); dal punto di vista astronomico, non posso ipotizzare posizioni diverse da questa.
Questa posizione è illustrata dalla foto che elabora il giorno 21° e che nella diapositiva è in basso a sinistra, per illustrare la misura di 14° (tre cubiti e mezzo) e a destra, per illustrare l’altra misura di un cubito e mezzo o sei gradi.
Puntando sulla stella
Auva [5], come suggerisce la completa riga con:
«
GE6 21 [ina ZALÁG sin] ┌IGI ┐ DELE šá IGI ABSIN 3½ KÙŠ ár AN 1½ KÙŠ ana NIM GUB», traducibile in:
«
Notte del 21, [nell’ultima parte della notte, la Luna] ┌
davanti ┐
alla Auva (che era)
3 cubiti e mezzo (14°)
dietro a Marte. Un cubito e mezzo (6 gradi)
alta (o/e a Est, la Luna)
stava».
L’elaborato in basso a sinistra illustra il senso della riga con la misura di 3 cubiti e mezzo pari a 14 gradi in modo angolare, di
Marte [3] sopra a
Auva [5] la quale, a pari misura in altezza era misurabile (misura multipla?) dalla stella
Spica [4], mentre la
Luna [1] stava sotto e ad est del
pianeta [3] che era praticamente perpendicolare alla stessa stella
Spica [4], mentre (la Luna) era alta un cubito e mezzo o 6 gradi sopra la stella
Auva [5] (Vedi anche foto in basso a destra).
La misura di sei gradi era campionabile con la distanza che è dalla stella Auva alla stella Porrima della vergine (vedi freccia rossa).
Trovo il quadro astrale, seppure complesso e con informazioni di astro in lacuna, sufficientemente compatibile con l’interpretazione da dare a questi due giorni
20 e 21 APIN osservati e misurati e qui verificati con il
cubito di 4 gradi unitari.
monseppe2
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Ricercatore indipendente.
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Per comprenderla, occorre "luce".
La luce, se illumina un solo lato, lascia zone di ombra che restano nascoste. La verità resta la stessa, ma sarà incompleta.
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